mercoledì 25 marzo 2015

Jobs act...speranze e timori.

In un blog che parla di NON-LAVORO non si poteva non parlare del tanto discusso ForseJobs acts. Ci dicono di sperare, di attendere che questo fluido positivo entri in circolo e coinvolga tutti i lavoratori che fino ad oggi sono rimasti a casa sentendosi sconfitti, incerti, delusi.
.Le diverse regole, l'elasticità, la mobilità, il saluto all'articolo18 permetteranno ai datori di lavoro di prendere personale senza sentirsi un cappio al collo e senza assumere il dovere di tenermi a vita...
Non voglio entrare nel dettaglio perchè politici, giornalisti e sindacalisti esprimono da tempo le loro più professionali opinioni, io voglio solo in questi piccoli post che mi caratterizzano, lanciare dei messaggi e scattare brevi flash a questi momenti che sto vivendo così in prima persona.

Il finale di tutta questa SPERANZA?...L'altro giorno una mia amica è venuta da me perchè stanno raccogliendo delle firme CONTRO L'ABOLIZIONE DELL'ARTICOLO 18...

giovedì 5 marzo 2015

Ecco...La.



In questi giorni è stata fatta la proposta di inserire nella lingua italiana una terminologia moderna, nuove parole che indichino mestieri al femminile senza “stonare” nelle nostre maschiliste orecchie.   Soprattutto nelle cariche dello Stato o in ruoli importanti e di prestigio, fino ad oggi definiti al maschile, arriva la ministra, la presidente o la presidentessa, l’ingegnera, l’avvocata o avvocatessa o la chirurga e divertiamoci a pensarne altre! E’ vero è solo “questione di orecchio…o orecchia?”, ma la Lingua Italiana è una fonte inesauribile di varietà e bellezza e presto accoglieremo anche loro, anche perché abbiamo accolto a braccia aperte nel vocabolario termini oltreoceano che quasi non riusciamo più ad utilizzare tradotti nella nostra lingua.

Per adesso, per quanto mi riguarda, sono certa di alcune parole usate tranquillamente al femminile: la laureata, la casalinga, la disoccupata.