venerdì 24 maggio 2013

 DA PADRE IN FIGLIO.

Da sempre, dalle botteghe, agli Studi professionali, alle Aziende famigliari, all'Amministrazione Pubblica, il padre poteva lasciare il campo lavorativo al proprio figlio. Negli anni si seguiva il mestiere, si carpivano i segreti e le abilità, pronti un giorno, raggiunte le età, a continuare o riposarsi sereni e soddisfatti della inconsapevole e preziosa staffetta. A volte i figli maledicevano questo passaggio, sentendosi vincolati e costretti in un futuro indesiderato. Non volendo sacrificare la propria libertà di pensiero ed espressione, spesso, anche solo per pura protesta, finivano per svolgere attività temporanee o non apprezzate.
Qualcosa è cambiato. I padri non hanno più un lavoro, le Aziende chiudono, i professionisti perdono clienti, le Amministrazioni dichiarano esuberi e la staffetta non funziona più. 
Da padre in figlio ora c'è il NON IMPIEGO, sono in due all'Ufficio di Collocamento, dove li guardano con sguardi arresi e sconfitti, dove anche le Società prese in appalto per smaltire i senza-lavoro, sono lasciate a casa. Il padre chiede per se' e per il figlio dimostrando non sconfitta o rassegnazione, ma la coraggiosa risposta ad una Società diversa, progredita nei suoi aspetti peggiori.
Padri e figli potranno pensare e reagire insieme, sfruttando le reciproche capacità e magari riuscire in cose inaspettate...la Storia si ripete?

di Paola Zagarella

martedì 21 maggio 2013


GENOVA SENZA COLORI.

BOERO COLORI 180 anni di storia La storia comincia con un carro, un cavallo e una fabbrica di biacca....– 
– E’ il 1901 quando Orazio Brignola, dopo una breve esperienza presso la ditta Ratti & Paramatti di Torino, decide di dare inizio ad una propria attività. Così, insieme ai fratelli apre a Genova e provincia diversi piccoli laboratori per la preparazione della biacca da piombo, che anni dopo confluiranno a Mignanego, nell’azienda che porta il suo nome. Così ha inizio la più che centenaria storia della Orazio Brignola S.p.A.......(vedi siti)

Genova, dai tetti grigi e le ardesie, dalle case di cemento o pietra, non è certo un tripudio di colori! Sfumature, solo sfumature di grigi, si alternano agli occhi dei genovesi, noi le amiamo, individuiamo  ogni riflesso, al sole, sotto le nuvole, come il mare ed i suoi molteplici colori. Ci piace così, con il suo fascino discreto ed elegante. I colori di Genova sono tutti quelli del cielo e dei riflessi sul mare, verdi, blu, grigi, del sole e della luna che coprono l'acqua di stelle bianche e luminose. I colori di Genova sono nelle colline e nei loro profili dall'alba al tramonto. I colori di Genova erano nelle fabbriche che sono state alimento per tante famiglie e che ora sono altrove o rischiano di chiudere, si compravano i colori di Molassana e di Mignanego per decorare le proprie case, i colori sulle pareti potevano avere le gamme infinite della natura.
Noi genovesi, memori di questo simbolico ed operoso passato, le continueremo a comprare, perché alla fine, quello che oggi conta, sono le famiglie che grazie a questi colori, vivono.

di Paola Zagarella

giovedì 16 maggio 2013

 UNICO DATORE DI LAVORO LA MIA FAMIGLIA.

Sono già trascorsi due anni dall'ultimo impiego avuto (in somministrazione), ed oggi ho riflettuto su quello che ho fatto ed ancora sto facendo nel ruolo impiegatizio full-time della casalinga. Ogni giorno su siti di lavoro interinale, cercando di inviare curriculum che hanno sempre qualche requisito in meno. Troppi anni, di solito, non fluente conoscenza di almeno due lingue parlate e scritte, non esperienza almeno biennale in contabilità, non ottima conoscenza di office o SAP, mestieri mai svolti...ed altro che non scrivo per non autodeprimermi. So che ciascuno di noi ha le proprie qualità, la sua intelligenza, le sue capacità, ma quando si cerca lavoro...cercano sempre gli altri! Autodeprimersi e lo sconforto sono però PROIBITI! Così scrivo, "smanetto" sul pc cercando sempre di essere più veloce, precisa, smaliziata, cerco di imparare vocaboli ed espressioni nuove in inglese, continuo a scrutare con attenzione il web per individuare o scoprire possibili opportunità di lavoro che premino la mia volontà e fantasia. Mi esercito in " elementi di contabilità generale" e con lieve ed inaspettata soddisfazione noto che NON GUADAGNO, MA SPENDO MENO es:
– pochi guadagni = meno tasse, circa euro...
– baby sitter = circa 500 euro al mese
– aiuto per pulire e stirare = 10 euro ora
– benzina o bus = circa 70 euro mese
– cibi pronti = più 100 euro
ecc...a secondo delle esigenze...
In più bisogna considerare che: non sappiamo se avremo mai una pensione come i nostri genitori, siamo meno stressati, curiamo meglio la famiglia, impariamo ad arrangiarci, creare, non sprecare, una certa preparazione psicologica per un futuro più semplice e sereno. Caspita! Ho fatto proprio un affare a rimanere disoccupata!!! Non so quindi come mai mi rimane l'inconsapevole necessità di rivedere una busta paga.

di Paola Zagarella

lunedì 13 maggio 2013

 NORD E SUD, L'IRONIA DELLE SOLITE DICERIE... 

SUD : Quelli del NORD, lavorano sempre, pensano sempre al lavoro e a produrre, non si fermano mai, vacanze giuste e contate, si fermano stanchi solo alla sera, ci prendono in giro ed a volte ci disprezzano...
NORD: Quelli del SUD, sfaticati e svogliati, furbetti del non-lavoro, lavorano il giusto e il contato, dormono e mangiano alla sera, ci prendono in giro ed a volte ci disprezzano...
Oggi, e da un po'di anni, il SUD ha avuto la sua rivincita e dice:
– Siamo ora tutti uniti, tutti SENZA-LAVORO, in un unico barcone della speranza chiamato Italia...ma almeno noi prima abbiamo lavorato di meno!!! – 

di Paola Zagarella
SENZA LAVORO E SEPARATI

I nuclei famigliari che si distruggono e cambiano, novità e difficoltà che piombano impetuose, realtà che mutano con prepotenza generando timori, ansie e sconforto o desiderate serenità. In tutto questo tsunami di sentimenti, ad alcuni accade il peggio: perdono il lavoro. Conosco padri e madri che non avendo più la certezza di uno stipendio vedono in pericolo il rapporto giuridico con i propri figli. Quanti aspetti e conseguenze può avere il NON-LAVORO! I politici parlano di numeri e di statistiche, ma ogni famiglia ha la sua UNICA storia.
Priorità il LAVORO e con una vita più serena l'aumento del PIL sarà la fredda e logica conseguenza.

di Paola Zagarella

martedì 7 maggio 2013

  CATTIVERIA, OGGI A ME DOMANI A TE.

Sapete ormai che i miei brevi post sono solo frutto di qualcosa che vivo o che ascolto, che mi stimola particolarmente la penna. Questa mattina ero sull'autobus (a Genova AMT), rumoroso, caldo, scomodo, senza ammortizzatori e di fronte avevo una coppia quasi trentenne ed ascolto inevitabilmente alcune loro battute. Ad una fermata un anziano vuole salire, ma la porta non gli viene aperta, forse non visto. I due giovani e noi presenti invitiamo il conducente all'apertura, ma mette in moto.

La coppia esplode in decine di improperi e coloriti messaggi di rabbia e sconforto per una città egoista e morente, per una Azienda Trasporti povera ed inefficiente che malgrado tutto aumenta le sue tariffe, e poi termina con: - tanto fra un po' qualcuno di voi sarà disoccupato proprio come noi due!-...

di Paola Zagarella

giovedì 2 maggio 2013

 GIANNI E MARIA HANNO CHIUSO.

- Gianni! Due etti di prosciutto quello buono, uno di crudo, bello dolce di casa nostra, una punta di grana, una bottiglia di Barbera, un ciuffo di lattuga-... quante bontà abbiamo acquistato nel suo negozio! File e scaffali di prodotti, dal Nord al Sud, gustosi, pregiati, inimitabili e doc. Potevo visitare l'Italia solo così, passando dal prosciutto emiliano alla bufala campana, era come studiare la geografia, conoscere le Regioni, la Terra e i suoi prodotti, il tutto vicino a casa. Una settimana fa entro nel negozio e comincio a scorgere scaffali vuoti, non oso chiedere, forse stanno solo aspettando il loro vecchio e fidato rappresentante che da anni gli consiglia le cose più fresche e speciali. Ritorno, e ritorno ancora, sono forse entrati i ladri? Il giorno dopo cominciano gli sconti, il tre per due, il due per uno...cosa sta succedendo? Basta! Lo chiedo! Perché non avete più nulla? E con occhi lucidi Maria mi racconta che non ce la fanno più, stavano bene, gli piaceva il loro lavoro, i ragazzi al mattino passavano a comprare il panino o la focaccia, vendevano specialità italiane, erano un punto di riferimento per il Gusto made in Italy. Ora - abbiamo deciso di chiudere, non possiamo neppure lasciare l'attività a figli e nipoti...vi salutiamo e vi ringraziamo per la fiducia di tutti questi anni.-

di Paola Zagarella